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Stefano Gobatti

Stefano Gobatti nasce a Bergantino, in provincia di Rovigo, nel 1852. Molto presto si trasferisce in Emilia Romagna dove segue privatamente i corsi di Giuseppe Busi e di Lauro Rossi a Parma. Successivamente si trasferirà poi a Napoli per seguire il suo insegnante che era diventato direttore del Conservatorio, inizia a lavorare alla sua prima opera I Goti (tragedia lirica in 4 atti su libretto di S. Interdonato). L’opera venne rifiutata dalla Scala ma vide la sua prima rappresentazione al teatro Comunale di Bologna il 30 novembre del 1873 con Leonia Levielli Coloni nel ruolo di Amalasunta, S. Rossi Romiati in quello di Teodato e L. Bolis in quello di Sveno. Il successo fu clamoroso e valse al compositore il conferimento della cittadinanza onoraria della città insieme con il plauso entusiastico di critici e musicisti. Salutato alla sua prima prova compositiva come il nuovo campione della modernità, il G. in realtà si avvalse ne I Goti di un linguaggio musicale che, per la mancanza di una definita fisionomia, è rapportabile in parte al primo Wagner (avvicinato dal G. senza un approfondito studio su riduzioni pianistiche del Lohengrin e del Tannhäuser);

a una lettura più approfondita, è riconducibile interamente all’interno della tradizione melodrammatica italiana di minor rilievo dei decenni precedenti, e dunque legato ancor saldamente alle biasimate, solo in teoria, forme chiuse. Fu, paradossalmente, proprio questa la causa dell’immediata presa su un pubblico di fatto ancora non pronto a comprendere l’essenza e la novità della musica wagneriana, ma più sensibile alle facili trovate d’effetto e alle melodie semplici e orecchiabili. L’ostilità con cui furono accolti i suoi lavori, comportò un progressivo allontanamento dalla vita sociale e importanti problemi economici e afflitto da manie di persecuzione dovette accettare l’insegnamento del canto nelle scuole elementari. Successivamente fu ricoverato nella casa di cura dell’Istituto Rizzoli di Bologna, ove morì il 17 dic. 1913.
Ancora oggi Stefano Gobatti rimane un caso irrisolto nella storia della musica

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