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Woman composers

In questa sezione sono raccolti i lavori di alcune compositrici, teoriche ed esecutrici, che anche se non nate in Emilia Romagna, hanno avuto con questa terra un legame profondo di produzione e insegnamento.
Alcune compositrici invece vengono ricordate per i loro lavori inspirati a quelle forme di cultura popolare a cui si sono riferite. Nel periodo di riferimento anche la cultura musicale era espressione della classe dirigente e di una èlite in cui le donne non erano mai protagoniste a pieno titolo o potevano appartenervi, come Giulia Recli, perché provenienti da un contesto artistico-culturale favorevole. Certamente con il moltiplicarsi dei Conservatori, soprattutto in Francia e Germania, vi furono più spazi per le donne, fu il caso di Maria Pleyel e di Pauline Viardot, di Louise Farrenc docente al Conservatorio di Parigi per trent’anni.

La famosa compositrice polacca, Maria Szymanowska, e a seguire Clara Wieck Schumann. In ogni nazione troviamo storie e percorsi istituzionali diversi: alla fine dell’800 il direttore del Conservatorio di Milano, Antonio Bazzini, condivise pubblicamente le perplessità relative alla “questione femminile nelle classi di composizione”, con il direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella, Giuseppe Martucci, dichiarando che nonostante tutto l’unico candidato degno di ammissione nella sua classe in quell’anno fosse proprio una donna, Antonietta Gàmbara Untersteiner. Ma bisognerà aspettare ancora molto tempo prima che le porte delle istituzioni concertistiche si aprano al riconoscimento della produzione musicale delle compositrici italiane.

Carlotta Ferrari

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Edvige Calza

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Elisabetta Oddone

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Giulia Recli

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Natuscia Calza

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Nelda Gardellini

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