Bertoldo

La figura del Bertoldo, deriva dal un testo medioevale del XII Dialogo di Salomone e Marcolio che ha per protagonista un contadino schietto, saggio e astuto, che riesce a diventare consigliere di re Alboino, vincendo le sofisticate ipocrisie dei cortigiani.Sarà Giulio Cesare Croce (1550-1609) scrittore e cantastorie nato a San Matteo della Decima a raccontare in due volumi a stampa nel 1620 le avventure del contadino astuto e quelle della moglie Marcolfa e del figlio Berdoldino, mentre le avventure del Cacasenno saranno in seguito narrate dal Banchieri. Il Bertoldo è diventato nelle varie fonti letterarie, dalla tradizione orale, dai testi teatrali e nei lavori degli anni successivi la figura del riscatto delle culture subalterne.

Bertoldo è il re degli stolti, il contadino che sa dimostrarsi più intelligente potenti riscattando gli ultimi del mondo.
E’ il protagonista del mondo alla rovescia carnevalesco e Piero Camporesi lo ricorda come Bertoldo e Marcolfo, « maestri come tutti i diavoli, del comico, del grottesco, del laido, dell’escrementizio, ( …) impartiscono in nome della “natura” e delle sue leggi una dura lezione ai signori della consuetudine”. ( …) La cultura «inferiore”, legata alla terra e al fisiologico, al corporale e al genitale, ridicolizza la cultura del palazzo e della città, del potere regale ed ecclesiale che guarda in alto, verso i vuoti e sterili e infecondi campi celesti.